N° 5

 

SOGNATORI AMERICANI

\

(PARTE PRIMA)

 

 

NOI IL POPOLO

 

Di Carlo Monni

 

 

“Datemi la libertà o datemi la Morte.”

 

Patrick Henry

 

PROLOGO

 

 

v      Patriota.Secondo il dizionario: 1) “Chi ama la propria patria”; 2) “Eroe in costume attivo tra il 1942 ed il 1946.”

 

v      Super Patriota: 1) “Chi ama esageratamente la propria patria e la considera indubbiamente superiore a quella di chiunque altro; 2) “Misterioso personaggio in costume di ispirazione patriottica con venature xenofobe”

 

v      Eroe patriottico: 1) “Personaggio storico o mitico che ha compiuto imprese in nome e/o a vantaggio del proprio paese”; 2) “Eroe in costume che si ispira a simboli e valori tipici della propria patria con l’intento di rappresentarli”

 

Washington D.C.  L’Agente Speciale del .F.B.S.A. Jack Daniels torna dalla sua corsa mattutina, nel suo appartamento al Watergate Arms e si prepara ad una robusta colazione. Ha giusto il tempo di una doccia e di farsi la sua dose mattutina di calorie, carboidrati e proteine, poi deve partire per New York, se Jack Daniels è in ferie, U.S.Agent ha dei doveri come membro di WorldWatch a cui adempiere in questi tempi di crisi.[1]

 

New York City. Manhattan. Anche per Cathy Webster è l’ora della ginnastica mattutina, in una piccola palestra di Manhattan, dopo un’oretta di footing in Central Park. Sin da quando ha ricevuto il trattamento potenziante di Superia, che ha fatto di lei l’eroina chiamata Spirito Libero, si è fatta un vanto di non mancare un allenamento, non vuole perdere la forma proprio ora che gravi problemi affliggono la sua vita.[2] Pensa a Capitan America, il suo mentore, non riesce a credere che sia morto e che un altro ha preso il suo posto. Un giorno o l’altro dovrà cercare di conoscerlo, ma non ancora, ha altri pensieri adesso

 

New York City.  Brooklyn. Jeff Mace si alza e come ogni mattina si fa una doccia veloce. Si sottopone all’inevitabile colazione collettiva in casa di Anna Kapplebaum. Brava donna, forse un po’ invadente, magari, ma sempre a fin di bene deve ammetterlo e poi…gli altri inquilini del Condominio sono simpatici, come l’insegnante Josh Cooper o quell’avvocatessa, Bernie Rosenthal, ragazza attraente, magari un po’ troppo vecchia per lui anche se…uhm meglio lasciar perdere certe linee di pensiero, conosce qualcuno che non li approverebbe, crede. Dopo qualche chiacchiera piacevole, saluta tutti e parte per il lavoro. Una breve puntatina alla rivista per far sapere che c’è e poi sulle tracce di una pista, ma non come Jeff Mace Giornalista, bensì come Capitan America, l’eroe simbolo dei valori americani

 

New York City. Zona del porto. Ha seguito la pista come un mastino implacabile dal Golfo del Messico sino a laggiù, ma ha trovato quel che cercava, alla fine anche se ha dovuto spaccare qualche testa per riuscirvi, l’uomo che un tempo rispondeva al nome di Sean Clinton McIntyre ed oggi è più noto col nome di Maggiore Libertà, s’infila in quello che sembra un ascensore segreto che porta ad un covo sotterraneo. A quanto sembra, è capitato proprio in un bel momento, questo rifugio dell’A.I.M. sembra sotto attacco di quella che sembra una creatura aliena che lui non ha mai visto prima.[3] Beh che importa? È sempre gente dell’A.I.M., Quelli che hanno cercato di ingannarlo, criminali che ha giurato di distruggere ad ogni costo, se la sbrighino da soli E se quelli che non indossano le tute dell’A.I.M. fossero super eroi, come li chiamano oggi? Non li conosce certo tutti e sembra che ce ne siano parecchi in giro, non come ai suoi tempi. Non ha il tempo di prendere una decisione, quasi subito dopo, il tizio in tuta nera far sparire quella specie d’insetto troppo cresciuto in una specie di buco nero e poi esserne risucchiato a sua volta, poi lo sgherro dell’A.I.M. si avvicina ad una consolle. Ok, pensa il Maggiore Libertà, adesso tocca a me.

 

New York City. Queens. L’uomo osserva il costume senza espressione, lo indossa senza mostrare emozioni, poi apre una finestra e, con una spinta dei suoi potenti piedi, balza verso il tetto vicino, più agile di quanto apparirebbe dalla sua stazza. Attenti nemici dell’America, è in arrivo il Super Patriota

 

 

1.

 

 

       New York. Tre Giorni fa. Il Capitano dei Marines Elizabeth Mary Mace ha passato la giornata incollata alla TV sintonizzata ai vari canali di notizie. La crisi del Murtakesh la riguarda da vicino, uno degli ostaggi è suo padre ed anche se sa che è un uomo in gamba, non può non sentirsi preoccupata per lui, ma che può fare, se non consolare sua madre e sua sorella? Un lieve picchiettare alla finestra la distrae. Chi può essere? Si chiede per un attimo, siamo al 30° piano, dopotutto, ma poi pensa che questa è New York e trovare qualcuno fuori dalla finestra non è una cosa così strana no? La trova ancora meno strana quando vede chi c’è in bilico sul cornicione: la figura in rosso bianco e blu di Capitan America.

-Prego, entra pure.- gli dice, non rinunciando neanche stavolta ad un tono vagamente ironico.

            Cap salta agilmente dentro e, con un gesto rapido, lascia ricadere la maschera mostrando il volto di Jeffrey Steven William Mace, il fratello minore di Elizabeth

-Sono passato a dirti che sto per partire.- dice lui

-Vai in Murtakesh, vero?-

-Devo. Non solo per nostro padre, lo S.H.I.E.L.D. me lo chiederebbe in ogni caso e dio non potrei rifiutare. Se essere Capitan America ha un senso, non posso restare in disparte mentre ci sono delle ingiustizie in corso.-

-Sembra un discorso più adatto a quel tizio dei fumetti, quello con la S sul petto, tu sei solo un uomo dopotutto, non puoi essere dappertutto..anche se….Capisco quel che vuoi dire.-

-Bene. Ora che abbiamo chiarito questo punto, parla con mamma e Bobbie. Dì loro che andrà tutto bene.-

-Vuoi…vuoi che venga con te? Potrei esserti d’aiuto.-

            Lui sogghigna e poi…

-Hai per caso un costume da Bucky in valigia?- le chiede ironico

-Molto spiritoso.- ribatte lei –A pensarci bene non farei fatica a procurarmene uno.-

-Lo immagino. Beh ora devo andare o…

<<…ultime notizie. C’è appena stata un’esplosione all’Ambasciata Americana in Murtakesh, si ignora cosa sia realmente successo, ai giornalisti è proibito avvicinarsi…>>

-Oh Mio Dio!- esclama Lizze

-Calma sorella, non perdere le speranze.-

            Dovevo partire prima, pensa Cap, qualunque cosa succeda è ormai troppo tardi, se solo l’avessi saputo prima.[4]

 

            Complesso Ospedaliero dello S.H.I.E.L.D. Due giorni fa. Sembra aver recuperato pienamente ogni funzionalità, pensa Andrea Sterman, ma il giovane uomo davanti a lei non la convince affatto. Giovane. In realtà Jack Monroe ha circa 30 anni più di lei, anche se non ne dimostra più di una ventina. Andrea è ancora preoccupata. Il Jack Monroe che lei aveva conosciuto era in preda a molti traumi psicologici, dovuti a vari fattori, ora, invece, l’uomo conosciuto come Nomad sembra anche troppo calmo, ad Andrea ricorda una pentola a pressione pronta ad esplodere.

-Hai preso le tue pillole oggi Jack?- gli chiede?-

-Naturalmente. Sono un buon paziente dottoressa Sterman.- risponde lui. Posso chiedere, però, a cosa servono?-

-Ehm…a regolare il livello ormonale…uhm…il tuo sistema ha subito vari squilibri di natura chimica, che…ehm…crediamo siano responsabili dei tuoi..ah..comportamenti irrazionali…la terapia farmacologica dovrebbe eliminare questi squilibri, creati dalla formula del supersoldato che ti sei iniettata anni fa.-

-Capisco, se è così, va bene.- il tono di Jack diventa improvvisamente più colloquiale –Ti avevo chiesto che ne era stato di Bucky, Andie, che mi rispondi?-

-È stata trovata una soluzione che sono convinto apprezzerai. Grazie ai buoni uffici di Nick Fury e di Capitan America, è stata adottata da un uomo di nome James Barnes Proctor, suo zio era un uomo che tu ammiravi molto: James Buchanan Barnes, detto Bucky, l’originale partner di Capitan America.

-Non mi stai mentendo?-

 No, se vuoi potrai visitarla appena sarai uscito di qui.-

-Vale a dire?-

-Anche subito, se io dico che sei pronto.-

-E cosa dici?-

-Fisicamente sei a posto, per il resto, non credo che restare qui ti farà bene…ehm …se vuoi puoi andare.-

-E dove? Non ho una casa giusto?-

-Sbagliato.- interviene improvvisa una voce –Te ne abbiamo trovata una noi del F.B.S.A. assieme ad un lavoro.-

-Jack Norriss!- esclama Jack Monroe –Sapevo che saresti saltato fuori prima o poi. Come mai tanta generosità?-

-Abbiamo convinto il Governo Federale a lasciar cadere le accuse contro di te ad una condizione: apparirai davanti al giudice ed accetterai di essere posto sotto custodia finche Mrs. Sterman…

-Ehm…Miss Sterman…- interviene Andie

-…finche MRS. Sterman non dichiarerà che sei completamente guarito e non sei più un pericolo per gli altri, Lei sarà il tuo custode legale.-

-Poteva capitarmi di peggio.- risponde Jack sogghignando –Ed ora ditemi che devo fare in cambio per voi.-

-Non ti mentirò Jack. Ci saranno occasioni in cui un uomo con i tuoi talenti ci potrà essere utile. Sconterai il tuo debito verso la società così.-

-Norriss, ai miei tempi le cose erano semplici e dirette. Sapevi sempre chi era il tuo nemico e cosa dovevi fare con lui, oggi non so se dovrei ringraziarti o riempirti di pugni.-

-Vuoi dire che accetti?-

-Non credo di avere altra scelta no?-

-Perfetto. Bentornato Nomad!-

 

            Louisiana. Ieri. Il Comandante Sharon Carter non è soddisfatta. Quando Nick Fury l’ha chiamata per chiederle di occuparsi di quell’emergenza con gli X-Men, non ha potuto dirgli di no, viste le circostanze anche se si era messa in aspettativa da un po’[5] (considerato anche che quella vecchia volpe ha fatto leva sulla sua vanità), ma un ruolo di Portavoce dell’Agenzia, lei il miglior agente operativo dello S.H.I.E.L.D. (parole di Nick, non sue), non era sicura di poterlo tollerare. Ha altre priorità ultimamente, come risolvere il problema dell’identità del nuovo Capitan America e proprio mentre pensava di aver trovato la pista buona, ecco quest’impegno imprevisto. A conti fatti, deve essere onesta: non è solo un compito da galoppino, sovrintendere allo sgombero della Chiesa Evoluzionista del cosiddetto Reverendo Xoom ed occuparsi della sorte dei cosiddetti Nuovi Uomini[6] (cosa c’era di sbagliato in quelli vecchi? Si chiede), trattare coi giornalisti è stata la parte più facile, dopotutto e lei ha imparato molto bene l’arte di parlare senza dir niente.

-È stata una faticaccia, ma è finita ora.- dice Ciclope –Posso sapere che ne sarà di loro?-

            Sharon prende fiato, quell’uomo la mette a disagio, c’è qualcosa che non sa spiegare, il Ciclope che ricordava era un eroe vecchio stile, come Steve in un certo senso, ma quest’uomo sembra così diverso da quell’immagine e non sa dire perché, è solo il suo istinto. Cerca di non pensarci e risponde_

-Verranno portati nel nostro centro  di Ricerche a Fort Sam Sawyer dove speriamo di poterli riportare alla normalità nel più breve tempo possibile.-

-Certo, come no? I malati, forse, ma i mutati? Mi consenta di essere scettico.-

-Scusate.- interviene Fenice, ora dobbiamo andare –Se ha bisogno di un passaggio verso New York Comandante Carter…-

-Grazie, ne approfitterò volentieri.-

            Il viaggio è decisamente breve e poco più tardi Sharon può entrare nel Quartier Generale S.H.I.E.L.D. di New York dove il Vice Direttore Esecutivo Valentina Allegro De la Fontaine l’accoglie

-Ho visto il servizio alla C.N.N. te la sei cavata bene Sharon.-

-Grazie Val, Nick dov’è?

-Impegnato. Si è verificata un’emergenza in Cina. Il Gruppo d’Intervento Speciale Rapido Omega è stato sterminato.-[7]

-Il Gruppo Omega, ma erano…-

-Esattamente, capisci quindi il problema. Con le crisi in Medio Oriente ancora attive ed ora questo…siamo in stato di Allarme Giallo, per ora

-Capisco. Beh se non posso fare altro, andrei a riposarmi. Ho un affare  personale da sbrigare e poi devo partire per Fort Sawyer.-

-Sei tornata in servizio attivo quindi?-

-Se l’incontro di stasera andrà come spero, probabilmente si, ma dì a Fury che se vuole mandarmi a parlare coi giornalisti, sarà meglio che indossi mutande imbottite.-

            Valentina ride divertita

-Hai frequentato troppo Nick, parli come lui. Riposati pure Sharon, puoi permettetelo ora.-

 

 

2.

 

 

            Virginia Oggi.  David Cox non pensava a Sharon Carter da anni. A dir la verità, credeva di averla dimenticata ormai. Quando l’aveva conosciuta si era innamorato di lei quasi a prima vista, ma per lei esisteva solo Steve Rogers, alias Capitan America, quello vero, e lui se n’era fatta una ragione, aveva incontrato Julie, donna straordinaria Julie, non le importava niente che lui avesse perso il braccio destro in guerra e condivideva in pieno la sua scelta pacifista. Si erano sposati, avevano avuto Cody, un bel maschietto, sano che ora aveva quasi sei anni. Era stata una vita abbastanza felice, in fondo, per quanto può esserlo la vita di qualcuno in questi tempi turbolenti, turbata solo dal perfido intervento del Teschio Rosso in uno dei suoi perversi piani di vendetta verso Cap.[8] Tutto questo era parte del passato, però, o almeno lo era stato finché non aveva visto quell’intervista. Sharon viva, l’aveva già letto da qualche parte, ricorda, ma vederla così…aveva provato una stretta al cuore, come una specie di presagio di sventura, Spegnendo la TV Dave scuote la testa, si sta facendo suggestionare, i pericoli fanno parte della vita dei supereroi, non degli impiegati delle fondazioni benefiche. Finisce di vestirsi ed esce di casa, non può notare il microfono direzionale e la mini camera volante ad alta precisione puntati su di lui sopra la sua testa, ma anche se li vedesse, cosa cambierebbe?

 

            New York Quattro ore fa. Indossano una divisa bianca e azzurra, i loro volti sono coperti da un cappuccio blu, sono armati, pericolosi e determinati, sono una squadra d’assalto di U.L.T.I.M.A.T.U.M.[9] ed il loro bersaglio è il Federal Plaza di Manhattan. Arrivano dall’alto, su slitte a reazione, in pochi minuti invadono il palazzo, mentre un’altra squadra assale il bersaglio dal piano terra. C’è una battaglia feroce con le forze di sicurezza, che conta caduti da entrambe le parti e, mentre infuria, i meccanismi predisposti per queste occasioni vengono messi subito in azione. A Brooklyn la forza d’intervento rapido per azioni superumane chiamata Codice Blu parte immediatamente, contemporaneamente, le squadre speciali antiterrorismo dell’F.B.I. e dell’F.B.S.A. entrano in azione per fare la loro parte, nel frattempo, i media non possono lasciarsi sfuggire un’occasione simile e, nel giro di pochi minuti, lo spazio antistante al palazzo brulica di giornalisti televisivi e della carta stampata.

            Tra loro, due veterane, nonostante la giovane età, della Jameson Publishing: Joy Mercado di Now e Betty Brant del Daily Bugle.

-Salve Brant, Robbie ha mandato te stavolta?-

-L’ho chiesto io.- ribatte Betty –L’inchiesta sull’Uomo Ragno e lo Spacciatore può aspettare, [10] con Ellis e Urich impegnati altrove[11] ero il suo migliore reporter…-

-Mmm..- borbotta Joy -..nei quotidiani forse, ma per i settimanali c'è chi ti da dei punti.-

            Betty sogghigna

-A proposito, dov’è quel giovanotto che lavora spesso con te ultimamente?

-Jeff Mace? È andato a Boston a trovare la famiglia dopo quella brutta storia del Murtakesh, J.J.J. e Charlie[12] sperano in un’intervista esclusiva col padre.-

-Un bel colpo davvero.

-Già, ora vieni, cerchiamo di avvicinarci, non facciamoci portar via il divertimento da quegli idioti della TV.-

-Sempre cinica Joy?-

-Anche di più.-

Intanto, in prima fila, troviamo un’altra donna, un’anchorwoman di punta del giornalismo televisivo, specializzata nella cronaca delle imprese dei superumani: Megan McLaren, che sta raccontando agli spettatori interessati quel poco che sa. All’improvviso, l’attenzione di tutti viene distratta da un evento, non esattamente imprevisto in questa città, ma ugualmente degno di attirare gli sguardi: una figura in costume si sta precipitando all’interno dell’edificio. La novità, stavolta è che non sembra essere nessuno dei supereroi conosciuti

 

                        Una finestra si rompe e gli agenti di U.L.T.I.M.A.T.U.M. si ritrovano investiti dalla furia di un tornado. Il nuovo arrivato evita i loro colpi e li abbatte uno dopo l’altro. Senza perdere tempo, senza la minima esitazione colpisce ed alla fine, tutti i terroristi sono a terra.

Mentre la Polizia porta via i terroristi, l’uomo, vestito da un costume aderente rosso e blu con ornamenti bianchi ed una maschera che gli copre la metà superiore del volto si lascia circondare dai giornalisti.

-Chi è lei?- gli chiede Megan McLaren

-Chi sono?- risponde lui –Il mio vero nome non conta, potete chiamarmi Super Patriota, è il nome migliore che ho. Sono l’unico che ha il diritto di rappresentare lo spirito americano.-

-Ci sono altri eroi patriottici.-

-So a chi allude Miss McLaren, ma Capitan America, chiunque ci sia sotto quella maschera ora, non ha abbastanza spina dorsale per combattere i veri nemici dell’America e chiamarli col loro nome, mentre U.S.Agent non è altro che il lacchè di un governo troppo timido per fare quel che dovrebbe fare con i nostri nemici. Io ho le idee chiare ed il coraggio necessario per combattere per esse. Sono il Super Patriota e vi assicuro che ogni volta che interessi americani e cittadini americani saranno minacciati, chiunque li metterà in pericolo se la vedrà con me. Viva questo grande paese, viva L’America!-

 

 

3.

 

 

            New York. Un’ora fa. <<….Questo è quanto affermato da questo autonominatosi Super Patriota prima di allontanarsi con un balzo dalla scena. Come forse saprete, quest’uomo non è il primo a farsi chiamare Super Patriota. Per tacere del Patriota, l’eroe mascherato che agì durante la 2° Guerra Mondiale, c’è stato un Super Patriota che affrontò lo S.H.I.E.L.D. in una battaglia di fronte al palazzo dell’O.N.U. molti anni fa e sulla cui fine c’è ancora mistero.[13] Alcuni anni dopo, ci fu, per breve tempo, un Super Patriota, che iniziò una campagna per soppiantare Capitan America come simbolo americano e, come rivelato da alcuni suoi avversari, era in realtà John Walker di Custer Grove, Georgia, che era stato incaricato di assumere il ruolo di Capitan America, dopo una delle periodiche rinunce dell’originale.[14] Walker, nei panni di Capitan America, fu colpito a morte a tradimento, durante una conferenza stampa insieme all’originale Cap. L’assassino era un membro dell’organizzazione chiamata i Cani da Guardia, che fu, a sua volta, ucciso dal misterioso Flagello dei Criminali.[15] Un altro Super Patriota fece la sua comparsa qualche tempo dopo, apparentemente vestendo, come quello di oggi, una versione del costume indossato da Walker, ma non sembra avesse connessioni con lui e, di sicuro, non era lui redivivo.[16] Il nuovo Super Patriota è lo stesso dell’ultima volta o sotto la maschera si nasconde qualcun altro? E se si…chi e quali sono i suoi scopi? Questo si chiede la vostra reporter.>>

 

            U.S.Agent spegne la TV e commenta:

-Non è l’unica a chiederselo, ci terrei anch’io a sapere chi è quel figlio di p§*$%&&@ che si è impadronito di un personaggio inventato da me.-

            Valerie Cooper, l’unica altra persona nell’ufficio. Nonché una delle poche persone al corrente del fatto (ignoto anche ai suoi compagni di WorldWatch) che l’uomo sotto la maschera di U.S.Agent è in realtà il “defunto” John Walker, si limita ad abbozzare un sorriso

-Rimpianti per quel periodo?- chiede –Ero convinta del contrario.-

-No. La mia vecchia vita è morta e sepolta ormai..- replica lui -…ma non posso non essere curioso, prima il nuovo Capitan America ed ora questo. Passi per quel ragazzo, ma questo… non so..non mi convince.-

-Sicuro che non sia risentimento perché si è appropriato di una delle tue vecchie identità e dice di essere migliore di te?-

-No! So quanto valgo e se dovrò battermi con lui un giorno, allora vedremo chi è il migliore…è solo una sensazione, ecco tutto. Certo, avrei una mezza idea di uscire a dargli la caccia e risolvere la questione una volta per tutte…-

            Il suono del telefono sulla scrivania di Val rende la questione accademica. Emergenza in arrivo.

 

            Sam Wilson scuote la testa. Un altro eroe patriottico, ovviamente bianco, ovviamente pieno di testosterone, ovviamente vagamente conservatore/reazionario. Forse sono anni di lotte alle discriminazioni, una diffidenza atavica se vogliamo, ma l’idea che quel Super Patriota voglia rappresentare soprattutto un’America Bianca gli è balzata spontanea alla mente, così come il sospetto  che presto lui ed il giovane Cap lo incontreranno. Smette di pensarci, sulla sua scrivania c’è la scheda un ragazzino arrestato durante una retata in una crack house. A volte odia questo lavoro, ma sa che suo padre l’approverebbe ed è più gratificante dell’essere Falcon per certi versi

 

            Sean Clinton McIntyre, meglio noto come Maggiore Libertà si trova in un Diner di Clinton (il quartiere una volta chiamato Hell’s Kitchen) quando dalla TV sente la notizia del Super Patriota. Nella Base dell’A.I.M. ha trovato dei vestiti civili fatti con uno strano tessuto che si è immediatamente adattato alla sua taglia,[17] quello sgherro dell’A.I.M. può ritenersi fortunato ad essersela cavata solo con una botta in testa, quando si risveglierà non ricorderà nemmeno cosa l’ha colpito, probabilmente. Nella base devastata non ha trovato molto che potesse servirgli, ma almeno c’erano dei contanti pronti per chissà quale motivo e che gli saranno molto utili, visto che dovrà trovarsi un posto per dormire, un albergo in cui non facciano troppo domande o qualcosa di simile., i suoi documenti, se ne avesse, sono troppo vecchi, purtroppo, lui è sessant’anni fuori dal suo tempo dopotutto. Sente la notizia del Super Patriota mentre addenta il suo doppio hamburger e gli dedica appena un pensiero. Un altro eroe patriottico? Ne avevamo bisogno? Paga il conto ed esce. Da qualche parte lì vicino c’è la base centrale dell’A.I.M. e lui la troverà e dopo toccherà al Teschio Rosso.

 

            Alla Lee Academy è l’ora della pausa pranza, il professor Steve Rogers sente anche lui la notizia alla TV. Un nuovo Super Patriota? Non dovrebbe sorprendersi, i tempi di crisi stimolano i ritorni di fiamma patriottici. Chi sarà mai? Non John Walker, questo è sicuro e spera che non sia Mike Farrell, dovrebbe aver  imparato la lezione, spera. Chi allora? Ha abbastanza esperienza in queste cose da sapere che, prima o poi, Capitan America, U.S.Agent o entrambi lo incontreranno e potranno chiarire la questione. Quanto a lui, forse potrebbe telefonare a Mike.

 

New York, 45 minuti fa. Capitan America si rammarica ancora di essere arrivato troppo tardi per intervenire. La sosta a Now per consegnare l’articolo su suo padre gli è stata fatale. Ripensa ancora al padre. È contento che sia riuscito a cavarsela bene, ma una parte di lui avrebbe voluto poter recitare la parte del salvatore ai suoi occhi, una cosa degna di un bambino a pensarci bene, invece tutto si era risolto senza che lui fosse riuscito a lasciare New York ed in fondo era meglio così no?  Quando era arrivato al Federal Plaza, il Super Patriota se ne stava andando, aveva provato a seguirlo, ma senza successo, era riuscito a seminarlo. Rogers non si sarebbe fatto giocare così, ne è sicuro, così com’è sicuro che gli direbbe che nessuno è perfetto e che per quanto crediamo di essere in gamba, c’è sempre qualcuno più bravo di noi da qualche parte, magra consolazione per lui. Si sta chiedendo cosa fare quando….

-Speravo che ti avrei incontrato prima o poi.-

            Poteva capitare di peggio: a parlare è una ragazza, inguainata in un’aderente costume nei soliti colori rosso, blu e bianco. Ricorda di aver letto di lei sui giornali e nei dossier: è Spirito Libero, ha lavorato un po’ con Rogers un paio d’anni fa o giù di lì, vorrà delle spiegazioni. Con un’agile capriola si ferma davanti a lui

-Così tu saresti Capitan America eh? Vorrei sapere con che diritto usi quel nome ed il costume.-

-Senti ragazza, non ho voglia di trovarmi nel classico scontro tra eroi, se ti giuro che ho il diritto di usarli ti fidi?-

-Lo scudo!- esclama lei -È quello originale, lo riconosco, ne sono sicura, Dove l’hai preso?-

            Ahi, ahi! E adesso che rispondi? Che l’hai avuto dal giusto possessore e che lo tieni come una reliquia? Che non passa giorno in cui non ti chiedi se sei la persona giusta? Pensaci Jeff e dilla giusta

-Non m’importa se mi credi, ma sappi che è mio di diritto.-

            Lei lo guarda perplessa, poi…

-Immagino che ci debba essere un Capitan America e tu…beh ti sei comportato bene sinora e quindi è chiaro che sei uno dei buoni. Hai ragione, gli scontri con tra eroi sono così…retrò.-

            Gli tende la mano e Cap la stringe

-E adesso che facciamo?- chiede lui –Ci mettiamo seduti a chiacchierare da qualche parte o cosa? Non so cosa prevede il protocollo dei supereroi in questi casi.-

            Spirito Libero ride

-Neanch’io.- dice. -Di solito a questo punto interviene una minaccia a togliere tutti dall’imbarazzo.-

-Qualcosa del genere, immagino.- replica

            Un velivolo scuro con le insegne di U.L.T.I.M.A.T.U.M. è appena passato sopra le loro teste

-Accidenti alla mia boccaccia! Andiamogli dietro.-

            Spirito Libero salta sul tetto vicino e Cap la segue, cercando di non pensare a come risalti meglio lei in un costume di quanto faccia lui. Calma i bollori, ragazzo, hai un lavoro da fare adesso.

 

 

            New York, tre ore prima. Il Super Patriota ha raggiunto il suo rifugio segreto. La sua prima uscita pubblica ha funzionato benissimo, pensa, ma ora si sente svuotato e stanco. Si spoglia rapidamente, si fa una rapida doccia e poi si getta sul letto e si addormenta di colpo.

 

            New York, Carcere Federale, un’ora fa. Elizabeth Mace si riavvia i capelli biondi con un gesto non molto militaresco, ma non può farci niente, quell’uomo che si fa chiamare Tigre Volante, la mette a disagio. Probabilmente dipende dall’inquietante somiglianza con Steve Rogers. Non sono esattamente identici, ma c’è qualcosa, nello sguardo, nel modo in cui piega gli angoli delle labbra quando sorride, potrebbe davvero essere il fratello maggiore di Steve (e lei sa che non lo è, giusto?), ma, ovviamente la risposta è molto più semplice, no?

-Mi parli di lei signor Michael Walter Rogers, mi convinca.- gli dice

-Non chiedo di meglio.- risponde lui sorridendo, è una vecchia storia, sa? Comincia quando mi arruolai nell’aviazione di Marina o, forse no, forse comincia molto prima, quando un uomo chiamato Abraham Erskine sviluppò un siero del supersoldato. Un gruppo di preoccupati militari decise che Steve Rogers non era abbastanza….-

-Un momento…lei sa che Steve Rogers era il Capitan America, originale, ma come…-

-Mi lasci finire….Dicevo che ritenevano che avere solo Rogers fosse un rischio troppo grande, se gli fosse accaduto qualcosa, sarebbe stato necessario un rimpiazzo. Si procurarono del siero e fecero un tentativo con un soldato, un certo McIntyre, ma fallirono…-

-Conosco la storia, vada avanti…-

-Il siero era quasi irrecuperabile, ma un certo Dottor Anderson aveva conservato degli appunti e così provarono a fabbricarne un sostituto usando un campione del sangue di Rogers ma, pensarono subito che avrebbe potuto funzionare solo su un soggetto compatibile con il selezionato, Rogers stesso ma Rogers non aveva fratelli ed era orfano, non era però l’unico rimasto della sua famiglia…-

            Non so capire se sto ascoltando una fiaba o una puntata di una soap opera, pensa Elizabeth, eppure vuole capire a tutti i costi, anzi deve.

 

 

4,

 

 

            Un luogo segreto. Sei ore fa. Il mondo lo conosce come Erwin Barone Strucker, ma per i suoi uomini è solamente il Supremo Hydra, il capo indiscusso del più grande cartello sovversivo del mondo, in questo momento di fronte a se ha tutti i suoi capi divisione. Tutti indossano la familiare divisa verde con cappuccio che copre il volto sin quasi alle labbra, con in più una corta mantellina e, sulla parte superiore del cappuccio e sulle maniche il simbolo dell’animale che contraddistingue la loro divisione: Dragone Marino (azioni navali), Talpa (Amministrazione), Leopardo (Ricognizione), Rinoceronte (Armi pesanti), Falco (Azioni Aeree), Cammello (Rifornimenti), Castoro (Ingegneria), Tigre (Commandos), Gufo (Organizzazione), Volpe (Diplomazia), Talpa (Spionaggio

-Il momento è arrivato.- dice loro –Il momento in cui faremo sentire al mondo intero la forza dell’Hydra. Un colpo di cui si ricorderanno per un pezzo. Capo Divisione Gufo, avete preparato il piano d’attacco?-

-Si Supremo Hydra, tutto è predisposto per agire nel momento in cui sia lo S.H.I.E.L.D. che i cosiddetti supereroi offriranno la minima resistenza perché impegnati altrove. Le forze convenzionali non c’impensieriscono. Sarà un attacco combinato terra- aria-mare, rapido ed efficiente. Ogni divisione farà la sua parte e se non ci saranno imprevisti, in meno di tre ore avremo finito.-

-Molto bene, la direzione spetterà alla tua divisione. Hai già scelto chi coordinerà l’azione?-

-Si Supremo Hydra, il mio uomo migliore, il Caposettore A1.-

            Mentre parla, un altro agente, rimasto sinora in disparte, si fa avanti

-Heil Hydra!- esclama.

-Fatti avanti Caposettore A1 e togliti il cappuccio.- gli ordina Strucker

            L’altro esegue, mostrando il volto di un uomo sui 35 anni dai capelli neri cortissimi

-Rimarrai a volto scoperto sino al termine dell’operazione e sai quale sarà il prezzo del fallimento.

-Non ci sarà fallimento! Lo, so e non fallirò. Heil Hydra, immortale Hydra! Non saremo mai sconfitti!  per ognuno di noi che cade, altri due prendono il suo posto. Non serviamo nessuno all'infuori del nostro Capo, come il mondo, presto, servirà noi! Heil Hydra!-.

            Bene, bene, pensa Strucker, tutto procede nel modo previsto.

 

           

Un altro rifugio Segreto, da qualche parte. Adesso. Il Teschio Rosso ride soddisfatto assaporando il fumo della sua sigaretta da un lungo bocchino, sulla parete di fronte a lui un grafico dell’immenso cartello che in qualche modo fa capo a lui, una macchina oliata al punto giusto e che presto sferrerà un colpo senza precedenti alla nazione che lui più odia al mondo. Senza i maledetti americani, ne è convinto, la bandiera del Reich svetterebbe sul mondo intero oggi. L’uomo saggio impara dalle lezioni del passato e lui è diventato saggio dopo innumerevoli fallimenti. Abbastanza saggio da aver concepito un piano che nessuno potrà fermare, un piano che è in atto da quando ha rubato l’eliveicolo e che da allora è progredito, passo dopo passo, senza che le sue inconsapevoli pedine nemmeno riuscissero a capire di farne parte. Tutto quello che deve fare ora è dare il via alla sua piccola rappresentazione e, se ci riesce, prendersi qualche piccola soddisfazione sui coloro che l’hanno ostacolato in passato. . Un piccolo dramma che tutti conoscono a memoria: “La vendetta del Teschio Rosso” e non ha dubbi che gli attori reciteranno la loro parte a meraviglia. 

Così pensando, il Teschio rosso si avvicina ad una scacchiera su cui sono disposti vari pezzi, pezzi che sono fatti a somiglianza di tutti coloro che ha conosciuto e che, in vario modo, l’hanno ostacolato in passato Ora, pensa, che la partita comincia. Afferra una pedina con le sembianze di Steve Rogers e la spezza in due ridendo

 

 

FINE PRIMA PARTE

 

            Sento già i vostri commenti indignati: come, tutto qui? E l’azione? Il sangue?  Il dramma? Il pathos? I siparietti sentimentali? Abbiate pazienza, in questo primo episodio avete visto gli attori del dramma ed avete assistito ai preparativi di qualcosa di molto intricato, che nei prossimi episodi porterà a rivelazioni esplosive e…beh perché dirvelo ora?

            Vi chiederete chi è il nuovo Super Patriota e quale sarà il suo ruolo in tutto questo, vi dico solo che questo nuovo personaggio ci accompagnerà per molto tempo e che, se ancora non siete stati capaci di capire l’identità del Serpente Supremo, bah faticherete un po’ a capire chi è il Super Patriota

            Un’ultima notazione: la rivelazione che James Buchanan Barnes alias il mitico Bucky originale (uno dei pochi morti che sono rimasti tali --_^), aveva una sorella di nome Rebecca, fu fatta in una storia di Capitan America di Len Kaminsky & Ron Lim pubblicata nel Marvel Holiday Special 1991 (In Italia Star Magazine #28). In quell’occasione (una visita di Cap alla famiglia di Rebecca) ci venivano presentati: un uomo ed una donna chiaramente sposati tra loro, uno dei quali (ma non era chiarito se l’uomo o la donna) era figlio di Rebecca ed entrambi erano genitori di due bambini piccoli. Per mia comodità, ho immaginato che il figlio fosse il maschio e gli ho dato il nome (secondo me più che probabile) di James Barnes Proctor, in onore dello zio scomparso, Di loro sapremo di più nei prossimi episodi.

            Nel prossimo episodio: Cap e Spirito Libero contro lo Spezza-Bandiera, il ritorno del Serpente Supremo, i cani da Guardia, eroi patriottici come se piovesse e la mossa del Teschio Rosso (Arrocco di Regina? -_^)

 

 

Carlo

 

 



[1] Ne volete sapere di più? Leggete WorldWatch #10

[2] Ne saprete di più leggendo New Warriors MIT

[3] Annihilus in Villains #8

[4] Curiosi sulla crisi del Murtakesh e sulla sorte del padre di Jeff Mace? Leggete Marvel Knights #14 allora. (Subdolo messaggio pubblicitario)

[5] Lo sapete, se avete letto il nostro primo numero. L’avete fatto vero? (un Carlo dubbioso)

[6] Se non sapete a cosa si riferisce Sharon, correte a leggere X-Men MIT #6/9

[7] Nell’epilogo Due di X-Men #9

[8] Avvenne in Captain America Vol 1° 293/300 (Capitan America & I Vendicatori #36/42)

[9] Underground Liberared Totally Integrated Mobile Army To Unite Mankind (Libero Esercito Mobile Clandestino Totalmente Integrato per Unire l’Umanità) un’organizzazione terroristica che si propone la distruzione con ogni mezzo degli stati nazionali, ordinariamente guidata dallo Spezza-Bandiera, apparso per la prima volta in Captain America Vol 1° #321 (CA&V #61)

[10] A che allude Betty? Se non lo sapete, scopritelo su La Tela del Ragno #1/3

[11] In cosa? Scopritelo leggendo rispettivamente: le avventure del Ragno Rosso in Webspinners e Devil #14

[12] Charlie Snow, il Direttore di Now

[13] In Nick Fury Agent Of S.H.I.E.L.D. Vol 1°  #13 (Devil, Corno, #98/100)

[14] Captain America, Vol 1° 341CA&V #71)

[15] Captain America, Vol 1° 351 (Marvel Extra #1)

[16] Era, infatti, Mike Farrell, vecchio amico di Steve Rogers e Bernie Rosenthal, come mostrato in Captain America, Vol 1° 425/427e 439  (Capitan America & Thor  #17/18 e 23)

[17] Si tratta è ovvio di abiti fatti con molecole instabili, gli agenti dell’A.I.M. non sono mica fessi -_^